A metterla giù dura potremmo citare Alessandro Manzoni: “Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio”. Ma per ora basta dire che questa Lettera da Mosca nasce come tentativo di uscire dalle strette in cui una russofobia claustrofobica e interessata e una russofilia noiosa e infantile hanno costretto, almeno in Italia, l’informazione sulla Russia. Ovvero su un Paese che, piaccia o no, ha un ruolo importante nel mondo, rapporti decisivi anche se controversi con l’Europa e relazioni profonde con il nostro Paese. La Lettera è aperta a tutti coloro che condividono questo semplice assunto e sono disposti a tradurlo in informazione documentata, a prescindere dalle tesi, dai pro e dai contro. E sarà felice di ospitare i loro interventi. Con quello che succede in Russia e in Bielorussia, in Armenia e in Ucraina, nel Baltico e in Azerbaigian, la prima sfida è sottrarsi ai luoghi comuni. Una sola promessa, ma sincera: Lettera da Mosca ci proverà con tutte le sue forze. L.d.M
PERCHE’ LETTERA DA MOSCA
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