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Posts tagged as “usa”

PERCHE’ L’UCRAINA STA PERDENDO LA GUERRA

di Stefano Orsi      Negli otto anni che hanno preceduto la “operazione militare speciale” della Russia in Ucraina, le potenze occidentali, soprattutto USA e Regno Unito per il tramite  di Polonia e Repubbliche Baltiche, hanno finanziato la ricostruzione dell’esercito ucraino, che aveva dato pessima prova di sé nella guerra con le Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Il processo di formazione del nerbo di un esercito e la preparazione di sottufficiali e ufficiali è stato guidato da gruppi della NATO nell’Ovest del Paese, presso le basi della regione di Leopoli, dove facevano presenza fissa formatori e addestratori occidentali. I fondi necessari per la ricostruzione dell’apparato militare sono stati trovati tramite la UE, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con erogazioni dirette da parte degli USA. Per ammissione del segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, le forniture militari erano iniziate ben prima dell’escalation militare di fine febbraio.

 

LISTE DI PUTINIANI E VERI PROBLEMI

Chiedo scusa a tutti quelli coinvolti ma le varie e ormai famose “liste dei putiniani”, al netto delle miserie giornalistiche, sono una vera fregnaccia. Ci sono, per quanto riguarda l’informazione e la propaganda, problemi ben più seri di cui occuparsi. Faccio una premessa personale: ho scritto spesso, fino alla vigilia dell’invasione russa in Ucraina, che non ci sarebbe stata alcuna guerra. Era l’epoca in cui moltissimi, me appunto incluso, pensavano (io ancora lo penso) che una guerra sarebbe stata (anche) contro gli interessi della Russia e che per questo un leader razionale e cinico come Vladimir Putin non l’avrebbe intrapresa.  Lo scrivevo in settimane in cui a dirlo e ripeterlo, oltre a tantissimi ucraini e russi, c’erano anche osservatori più o meno insigni e, per fare solo un paio di nomi, leader politici come Macron (“Non ci sarà alcuna escalation militare”, disse il presidente francese dopo la visita a Mosca) e Volodymyr Zelensky. Previsione sbagliatissima, come si vede.

GUERRA IN UCRAINA, REALTA’ E SOGNI

L’intera classe politica occidentale, da Joe Biden a Mario Draghi, dalla ministra tedesca della Difesa Baerbock (che a tratti pare essere il vero cancelliere) al premier polacco Morawiecki, è impegnata a ripetere ogni giorno, più volte al giorno, che la Russia deve essere sconfitta in Ucraina. Per la verità nelle ultime settimane c’è stato uno slittamento linguistico significativo: da “la Russia deve essere sconfitta” si è passati a “la Russia non deve vincere”, che forse è l’indice di una più cauta pretesa. Chissà. Però, anche quando ci fossimo ripetuti per l’ennesima volta ciò che tutti sappiamo ( ovvero che il cattivo, qui, è la Russia, l’invasore è il Cremlino, gli occupanti le truppe russe), ancora non potremmo sottrarci al confronto con la realtà dei fatti. Che in sintesi oggi dicono questo: dopo più di tre mesi di guerra la Russia non dà segni di volersi fermare; le sanzioni più massicce della storia (che come dice Draghi, si faranno sentire in estate…) non hanno ancora convinto la classe politica russa a cambiare linea; il territorio ucraino “occupato”, che era il 7% (tra Crimea e Repubbliche del Donbass) prima del 24 febbraio, ora è il 20%, e forse sarà di più nelle prossime settimane; e l’esercito ucraino, pur riorganizzato, rinforzato (nel 2021 Zelensky ha dedicato il 4,1% del Più alle forze armate), addestrato dagli ufficiali occidentali e armato (quasi) in ogni modo da mezzo mondo, in questa fase pare alle strette.

GIORNO DELLA VITTORIA E DELLE DIVISIONI

di Pietro Pinter        Nessuna dichiarazione di guerra all’Ucraina, nessuna mobilitazione generale, nessuna richiesta di aiuto agli alleati del CSTO; nulla di ciò che l’intelligence NATO aveva paventato, o che uno dei più controversi analisti russi – noto per il suo pessimismo – aveva auspicato. Non si può certo dire però che questo sia stato un Giorno della Vittoria ordinario, in Russia e nell’ex Unione Sovietica. Se non altro a causa di alcune illustri assenze. In primis quella dell’aviazione, a causa del “brutto tempo”, nonostante una splendida giornata di sole a Mosca. Il timore dei russi era evidentemente che un azione di sabotaggio – sarebbero bastati un paio di uomini con uno Stinger – avrebbe causato uno spettacolare incidente davanti agli occhi di tutto il mondo. Dal punto di vista morale e propagandistico sarebbe stata un’umiliazione senza precedenti per la Russia, e non si è voluto correre il rischio. Un timore,  quello per possibili atti di sabotaggio, corroborato anche dalle minacce al Ponte di Crimea o di Kerch, aperto in pompa magna da Putin stesso nel 2018, con tanto di countdown online per la sua distruzione prevista proprio per il 9 maggio.

VISTO DA MOSCA: LA UE SENZA GAS RUSSO

di Dmitrij Dakuciaev e Nikolay Makeev       La Ue ha un piano per sostituire il gas russo, ma in caso di cessazione delle forniture saranno necessarie misure di emergenza, ha affermato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton. IL Commissario ha anche elencato le alternative alle forniture di Mosca e ha fornito calcoli dei volumi di gas che possono essere sostituiti. Tuttavia, secondo i nostri esperti, questi conti non tornano: nella realtà di oggi, il gas russo è praticamente indispensabile ai Paesi del Vecchio Continente.

AMICA CINA. MA FINO A CHE PUNTO?

di Darya Nuriyeva     La Cina è uno dei pochi Paesi che non ha imposto sanzioni alla Russia e ha promesso di continuare la cooperazione economica. I Presidenti dei due Stati parlano regolarmente di amicizia “senza confini”, ma gli economisti avvertono che sotto sanzioni la dipendenza della Russia dalla Cina potrebbe aumentare. Inoltre, non si sa quanto durerà questa amicizia se smetterà di essere vantaggiosa per la Cina. Ecco in quali aree della Russia sarà ora difficile fare a meno dell’aiuto della Cina e cosa questo può portare.

LA NOTTE CHE CALA SULLA RUSSIA

di Fulvio Scaglione        Cala su Mosca e su tutta la Russia una notte buia e cattiva che lacera l’animo di tutti coloro che hanno amato e amano questo grande Paese. La Duma ha approvato all’unanimità un provvedimento che porta a 15 anni di prigione la pena per chi diffonde “false informazioni” sulle spedizioni militari. E in modo agghiacciante e sinistro Sholban Kara Ooh, vice presidente della Camera bassa del Parlamento, grande sostenitore del provvedimento, ricorda che “i nostri padri, quando si facevano prendere dal panico al fronte, venivano fucilati sul posto”. Prima di lui, anche l’ex riformista e liberale Dmitrij Medvedev, già primo ministro e Presidente, aveva evocato il ritorno della pena di morte , in Russia eliminata dal 1996.

CYBER E HACKER PER DIFENDERE L’UCRAINA

di Giuseppe Gagliano     Come va la controffensiva cyber dell’Ucraina alla Russia? Secondo le informazioni di Odessa Journal. le forze cibernetiche dell’Ucraina hanno incominciato a porre in essere un’offensiva efficace nei confronti degli invasori russi e anche nei confronti della Bielorussia. Andiamo nel dettaglio. L’Ucraina ha messo in campo l’esercito IT per attacchi informatici contro siti russi e, in modo particolare, contro le banche e le società petrolifere (Gazprom, Lukoil). In primo luogo non va dimenticato che a dicembre, attraverso il Fondo europeo per la pace, il Consiglio europeo aveva concesso ben 30 milioni di euro di aiuti proprio alla difesa Ucraina anche nel settore cibernetico. In secondo luogo, soprattutto grazie al contributo indispensabile americano, la sicurezza informatica ucraina è strettamente legata alla società americana nota come Dai Global. In terzo luogo, l’istituzione ucraina che si occupa di portare in essere questi attacchi cibernetici è la Cyber Unit Technologies (Cut), che ha una dimensione sia difensiva sia offensiva e che ha sede in Estonia, dove – guarda caso – ha sede anche il Centro di difesa informatica della Nato.

LA RUSSIA È ISOLATA. SI’, MA QUANTO?

di Pietro Pinter     Dopo un lungo e perseverante lavoro della diplomazia britannica alla fine il risultato è stato raggiunto: le banche russe sotto sanzioni sono state disconnesse dallo SWIFT. USA, UK e  UE, i primi responsabili di questa iniziativa visto che SWIFT è incorporato nel diritto belga e sottostà ai regolamenti UE, dichiarano che questa iniziativa di fatto bloccherà le importazioni e le esportazioni della Russia. Ma quanto è vero? Sicuramente interferirà pesantemente con i rapporti commerciali tra la Russia e il resto dei Paesi europei, impattando non solo sul comparto energetico (che è escluso dalle sanzioni UE, ma in mancanza di un sistema alternativo di pagamento sarà comunque coinvolto) ma anche sul commercio di materie prime, di
fertilizzanti, sull’export verso la Russia e soprattutto sul debito russo in pancia alle banche italiane, austriache, tedesche e francesi.