Dorota Kawecka, capo dei Servizi segreti militari polacchi (SWW), è stata promossa a marzo dal primo ministro Donald Tusk, nel contesto della guerra di intelligence che si combatte sul fronte orientale della NATO. La sua nomina segue una serie di scandali e defezioni, inclusa quella del giudice Tomasz Szmydt, fuggito in Bielorussia con informazioni compromettenti.
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Le autorità tedesche hanno scoperto ed eliminato una rete di spionaggio che mirava alla tecnologia europea e si sospetta stesse operando per conto del ministero della Sicurezza cinese. Tre cittadini tedeschi, Thomas Reichenbach e i coniugi Ina e Herwig Fischer di Innovative Dragon, sono stati accusati di aver partecipato a queste operazioni illecite. Questa rete si era estesa attraverso tutta l’Europa e aveva stabilito partenariati con aziende tecnologicamente avanzate nel settore automobilistico e spaziale, alcune delle quali erano già impegnate in progetti con l’Agenzia Spaziale Europea. I prodotti e la tecnologia con potenziale doppio uso, civile e militare, erano particolarmente presi di mira. Ciò includeva dispositivi laser di nuova generazione e tecnologie navali che, secondo l’accusa, potevano essere sfruttati dalla Cina per scopi militari. La situazione mette in luce non solo la vulnerabilità allo spionaggio industriale della tecnologia occidentale ma anche l’importanza di proteggere l’innovazione e il know-how dalle potenze straniere. Questa vicenda ha messo in allarme servizi segreti e imprese, evidenziando la necessità di maggiore sicurezza e vigilanza nelle relazioni commerciali internazionali, soprattutto quando coinvolgono potenze straniere con ambizioni globali.
di Giuseppe Gagliano – Il battaglione ucraino d’élite Shaman è impegnato in una guerra nascosta contro Mosca, puntando le sue campagne contro le infrastrutture industriali russe. Questo gruppo segreto dell’intelligence militare ucraina (GUR) guidata da Kyrylo Budanov, sta eseguendo operazioni di guerra non convenzionale in territorio russo, inclusi attacchi mirati, sabotaggi e azioni di ricognizione. Recentemente, l’11 febbraio, ha colpito un importante impianto petrolifero vicino al Volga, nell’oblast’ di Volgograd, nell’ambito degli sforzi di Kiev di minare l’industria e l’economia della Russia.
di Giuseppe Gagliano – Vasyl Malyuk, capo del servizio di sicurezza interno dell’Ucraina (SBU), sta sempre più di propagandando le operazioni compiute dai suoi commando, come riferito alla CNN in agosto, inclusa quella contro Ponte di Crimea nel Mar Nero usando i droni Sea Baby sviluppati dal suo servizio. Questo desiderio di attenzione mediatica riflette quello della Direzione Principale di Intelligence Militare (GUR) del ministero della Difesa, che dall’inizio della guerra pubblicizza le proprie operazioni. Malyuk vuole aumentare il numero delle forze speciali SBU Alpha per compiere operazioni “colpisci e fuggi” contro le forze russe lungo il fronte, in coordinamento con il GUR sotto il Comando delle Forze Speciali Ucraine, il SSO.
da Il Sussidiario.net – di Giuseppe Gagliano – Marco Mancini, una lunghissima militanza all’interno dei servizi segreti italiani, prima al Sismi e da ultimo al…
A soli 37 anni, Kyrylo Budanov è uno degli uomini più potenti dell’Ucraina. Almeno da quando, nell’agosto del 2020, il presidente Zelensky l’ha messo alla testa della Direzione dell’intelligence del ministero della Difesa. Non parla molto, Budanov, ma quando lo fa dice sempre cose interessanti. Una delle sue ultime dichiarazioni è arrivata in risposta alla domanda su quale, tra gli ufficiali russi, ritenesse il più pericoloso per l’Ucraina. In modo piuttosto sorprendente, Budanov ha fatto il nome del generale Sergej Beseda: “Ci ha sempre dato problemi, resta una persona per noi difficile”.
di Fulvio Scaglione A pensar male si fa peccato ecc. ecc. Comunque sia, quando i nostri servizi segreti pescarono il capitano di fregata Walter Biot che passava carte riservate o segrete ai due ufficiali russi accrediti presso l’Ambasciata di Roma, molti si chiesero perché a quel caso di spionaggio fosse dato tutto il risalto mediatico che ricordiamo. Nomi dei protagonisti subito passati ai giornali, familiari intervistati come in qualunque caso di cronaca nera o di corna da periodici gossippari, miriadi di esperti a spiegare come di colpo l’Italia fosse al centro delle trame russe, accorati e ben orchestrati anatemi su Dimitrij Ostroukhov e Aleksey Nemudrov, i due diplomatici russi pescati con le mani nella marmellata e giustamente espulsi. Queste faccende, di solito, vengono spicciate per vie riservate, senza troppa pubblicità. Con Biot e soci tutto il contrario. Perché?
di Luigi De Biase Più passano le ore e più è evidente che l’arresto con l’accusa di tradimento del capitano di fregata Walter Biot e l’espulsione di due militari russi accreditati presso l’ambasciata a Roma sia da intendere come un segnale eloquente di lealtà che il Governo italiano ha deciso di lanciare ai partner della Nato, un segnale che rischia, tuttavia, di avere pesanti conseguenze sulle relazioni con il Cremlino. E’ scritto nei dettagli di questa vicenda, che i principali quotidiani raccontano da due giorni in modo piuttosto omogeneo. Un ufficiale di marina con quattro figli, quattro cani e una casa ancora da pagare disposto a passare documenti riservati a servizi stranieri per una ricompensa tutto sommato modesta. Un agente russo ammorbidito dalla vita romana al punto da seguire una routine per gli incontri con una fonte di informazioni. E un discorso in Parlamento, quello del ministro degli Esteri, Di Maio, con toni di massimo severità rispetto a eventi che sembrano oggi avere un peso relativo, in attesa di sapere quali documenti Biot abbia fornito ai russi.
A: l’apparato di intelligence russo, praticamente la spina dorsale dello Stato, l’élite del Paese, è composto da improvvisatori seriali, russi con due piedi sinistri, dediti al compimento di azioni capaci di superare in stupidità, malvagità e certezza di fallimento quelle dei super criminali di Cattivissimo Me.
B: i nemici della Russia sono potenze luciferine disposte a qualsiasi crudeltà criminale contro la popolazione (propria e altrui) e i propri protetti pur di incastrare, a suon di porcate & colpi bassi, l’incolpevole inquilino del Cremlino.