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Posts tagged as “russia”

AFRICA, DALLA RUSSIA NON SOLO ARMI

di Maurizio Vezzosi – A trent’anni anni dalla caduta del muro di Berlino, primo atto dello sgretolamento del blocco sovietico e dell’evaporazione della sua influenza globale, la Federazione Russa ha presentato al mondo la sua politica per l’Africa con un evento senza precedenti svoltosi il 23 e 24 ottobre 2019 nella città di Sochi. Il vertice, che ha visto la partecipazione di diecimila persone, è stato presieduto congiuntamente da Vladimir Putin e dal presidente egiziano – e presidente dell’Unione Africana ‒ Abd al-Fattah Al-Sisi: un fatto che testimonia l’importanza che sia l’Egitto sia l’Unione Africana rivestono nella strategia di Mosca dedicata al continente africano. Una strategia che, altrettanto evidentemente, annovera tra i propri obiettivi quello di allentare l’egemonia occidentale sull’Egitto e di rilanciare l’Unione Africana in chiave multipolare.

GIOVANI RUSSI, SENZA VISTO NELLA UE

Proprio mentre l’Unione Europea sta discutendo nuove sanzioni da infliggere alla Russia per il “caso Navalnyj”, un gruppo di giornalisti occidentali e russi non banali dibatte in Rete questo tema: le sanzioni non fanno che rafforzare Vladimir Putin e i suoi, per battere la loro narrazione sulla “russofobia” dell’Occidente bisognerebbe concedere libero ingresso nella Ue ai giovani russi sotto i 25 anni.

MARKIV E ROCCHELLI, ANATOMIA DI UN DELITTO

di Marco Bordoni

All’inizio, negli epici giorni di Piazza Maidan, e poi per tutta la durata della sporca guerra nel Donbass, la narrazione dei fatti ucraini fu, per la stampa italiana (fatte salve rarissime eccezioni) un compito di diligente ricopiatura della linea prestabilita di stretta osservanza atlantica. Le responsabilità russe (vere e presunte) venivano poste in grande evidenza, mentre i fatti di cronaca che lasciavano intravvedere i contorni di una realtà più complessa erano o ignorati, o riferiti in maniera contorta e fumosa. Il lettore poteva benissimo capire che le vittime di Odessa si fossero date fuoco da sole o che le bombe che cadevano sulle città del Donbass fossero un fenomeno meteorologico (si sa: si dice il peccato, ma non il peccatore).

VISTO DA MOSCA: LA TURCHIA ALLA GUERRA DEL GAS

L’esplorazione dei giacimenti di gas nel Mediterraneo Orientale ha accresciuto l’importanza di quell’area agli occhi delle potenze locali. La maggior parte degli Stati europei per le risorse energetiche dipende dalle importazioni. Ciò significa che controllare nuove fonti di gas è importante per rafforzare la sicurezza energetica e diversificare le fonti di approvvigionamento di idrocarburi.

SVEZIA E POLONIA ALLEATE IN PROFONDITA’

Saab Kockums, il ramo specializzato in marina da guerra della grande azienda svedese della difesa Saab Group,  prenderà parte a un programma di modernizzazione della flotta sottomarina polacca, già approvato dal Parlamento svedese.  La Svezia proverà a colmare le lacune della difesa navale polacca con i sottomarini A-17 / Söndermanland. Quando furono lanciati, negli anni tra il 1987 e il 1990, appartenevano alla classe Västergötland. Dopo la modernizzazione realizzata da Saab Kockums nel 2003-2004, sono stati assegnati a una classe separata.

IL GRANDE GIOCO SUL PICCOLO KARABAKH

di Marco Bordoni

Vista dall’Italia, la guerra armeno-azera sembra un affare abbastanza semplice. C’è il perfido sultano, nostalgico della gloria che fu, che stende i suoi tentacoli da Tripoli al Golfo Persico. Ci sono le orde infedeli che assaltano la ridotta cristiana fino a sommergerla. Il corollario è chiaro:  come può Putin, paladino cristiano della terza Roma, assistere impassibile? Come può tollerare l’ insolenza del Turco?

DALL’ARMENIA ALLA BIELORUSSIA, LA FINE DELL’URSS NON FINISCE MAI

di Fulvio Scaglione

La guerra tra Azerbaigian e Armenia per il controllo del Nagorno Karabakh gode di poca attenzione dalle nostre parti. Ed è un errore, perché dietro questo conflitto si nascondono temi che stiamo rimuovendo e che, al contrario, dovremmo affrontare. Chi volesse andare alle origini del conflitto dovrebbe risalire almeno al 1921, quando per volere del già potente Stalin la provincia, allora popolata al 98% da armeni, venne assegnata alla giurisdizione della Repubblica dell’Azerbaigian. Uno dei tanti assurdi compiuti in nome del “divide et impera” così caro al futuro dittatore.

USA E RUSSIA, LA SFIDA DEGLI ARSENALI

di Stefano Orsi

Di recente, il presidente Donald Trump ha rilasciato dichiarazioni relative a nuovi sistemi d’arma che sarebbero a disposizione degli USA. Lo ha fatto a modo suo, anche durante una intervista rilasciata a  Bob Woodward per il suo nuovo libro. In particolare, Trump ha parlato di una nuova arma nucleare per gli arsenali americani, di un sistema che nessuno conosce o ha mai visto prima. Sono i soliti toni sopra le righe tipici di quest’uomo. Ma a quale sistema fa riferimento? In diversi momenti della sua presidenza Trump ha annunciato nuovi sistemi d’arma, dal missile “Super-Duper” ai caccia veramente “invisibili” ed ora la nuova arma nucleare, cui poi è seguito anche un annuncio di un sistema di nuovi satelliti militari. E non dimentichiamo, nel dicembre del 2019, il lancio della nuova Space Force.

QUEL CHE LUKASHENKO CI DICE DI PUTIN

di Marco Bordoni

Non sarebbe giusto giudicare Lukashenko per quel che appare oggi: un guitto, un cavallo spompato, un dinosauro, senza riconoscere i suoi meriti di ieri, facilmente reperibili a un clik di distanza, sul sito della Banca Mondiale:  tasso di povertà crollato dal 41% del 2000 al 5% di oggi, aspettativa di vita passata da 68 a 74 anni, reddito pro capite passato da 1.000 a 14.000 dollari l’anno, indice Gini (quello che misura l’ ineguaglianza sociale) fra i più bassi d’ Europa. Il tutto guidando non una superpotenza che galleggia su di un mare di petrolio e di gas (capaci tutti, vero Vova?), ma un’ anfora di coccio che può sostenere una bilancia commerciale da incubo con il poco che ha: trattori e chimica lasciate in eredità dall’ Urss e una montagna di patate.