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MOBILITAZIONE, CHE COSA FA L’UCRAINA

Tutti vediamo quali siano le difficoltà della Russia nell’organizzare e gestire la “mobilitazione parziale” dichiarata da Vladimir Putin. Le proteste nelle grandi città, le lunghissime code di uomini in fuga verso la Georgia, persino gli atti di terrorismo nei commissariati militari. Ma come si regola, quanto a mobilitazione, l’Ucraina? Qui, dalla fine di febbraio, la mobilitazione è andata avanti a ondate continue, che si susseguono. Quindi non è nemmeno chiaro quando un’onda si è conclusa e la successiva è cominciata. Secondo i documenti ufficiali, l’Ucraina si prepara ora alla “quarta ondata” di mobilitazione, ovvero alla coscrizione delle donne, che dal 1° ottobre dovranno mettersi a disposizione degli uffici di registrazione e arruolamento militare. Ma andiamo per ordine.

La prima ondata di mobilitazione, ovvero il richiamo dei riservisti, è iniziata in Ucraina ancor prima dell’inizio dell’invasione russa: il 22 febbraio, infatti, il presidente Zelensky ha firmato un decreto sulla mobilitazione della riserva. Questa categoria include i cittadini che hanno  in precedenza prestato servizio militare, e che dovevano essere inviati alle unità militari attive. All’inizio di marzo, il ministero della Difesa ucraino riferiva che “quasi il 100% dei riservisti registrati aveva raggiunto le unità da combattimento e stava svolgendo compiti di difesa”. Più di 36 mila persone sono entrate nell’esercito attraverso questa prima leva. La seconda ondata, però, è iniziata quasi subito: il 24 febbraio il presidente Zelensky ha proclamato la legge marziale e il 3 marzo ha firmato un documento sulla mobilitazione generale, che riguardava tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni atti al servizio militare. In seguito a questo, sono stati chiamati in servizio anche gli ucraini che non avevano esperienza di servizio militare, mandati a seguire un corso di addestramento di due settimane presso i centri delle forze armate.

Secondo i dati disponibili, circa 300 mila ucraini sono stati coinvolti da questa ondata. Nello stesso tempo, però, era possibile arruolarsi nella Milizia Territoriale, evitando così, almeno in prima battuta, di essere destinati alle unità di prima linea. Si sono peraltro notate grandi differenze nell’atteggiamento delle autorità tra le regioni orientali e meridionali dell’Ucraina e quelle occidentali. Nelle prime, i richiamati sono stati spesso “catturati” in strada o in spiaggia, nei negozi e nelle banche. I riservisti dell’Ucraina occidentale, inseriti nella Milizia, hanno servito vicino a casa, presumibilmente con funzioni di ordine pubblico, per esempio negli interventi contro saccheggiatori e profittatori.

Il divieto di lasciare il Paese per gli uomini di età compresa tra i 18 ei 60 anni è entrato in vigore subito dopo l’introduzione della legge marziale. Tuttavia, secondo i servizi di controllo delle frontiere dei Paesi confinanti, più di 7 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina. Non tutti sono vecchi, donne e bambini. Il fatto che un certo numero di uomini in età da servizio militare abbiano lasciato l’Ucraina è testimoniato da moltissime notizie arrivate da diversi Paesi europei. Il prezzo per attraversare clandestinamente il confine, per una persona soggetta a coscrizione, era di 3 mila dollari in febbraio-marzo. In estate ha raggiunto i 10 mila dollari.

Il 24 aprile è iniziata la “terza ondata” di coscrizione: secondo le comunicazioni governative, sono stati richiamati gli ufficiali della riserva diplomati nei dipartimenti militari delle università. Secondo molte voci, però, nello stesso periodo sono stati inseriti nei ranghi delle forze armate ucraine anche molti detenuti, compresi quelli del battaglione punitivo Tornado, condannati anche in Ucraina per atrocità contro civili.

Con l’estate, infine, è arrivato il momento di inviare al fronte anche gli uomini arruolati nella Difesa Territoriale nelle regioni occidentali. Infatti, nelle regioni di Ivano-Frankivsk e L’viv, i membri della Milizia e le loro famiglie hanno organizzato manifestazioni di protesta. In maggio, a L’viv, le proteste sono state particolarmente accese in coincidenza con i funerali di alcuni miliziani morti nel Donbass. Zelensky è stato accusato di aver fatto morire 600 persone della difesa territoriale locale. E la Transcarpazia, che vicino a Kherson ha perso quasi per intero la 128a Brigata d’assalto di montagna, si è rivolta persino all’Ungheria per chiedere di essere aiutata a salvare la popolazione di etnia ungherese della regione.

Ora, come si diceva, parte la quarta ondata di mobilitazione, quella che include le donne. Non tutte, è vero. Ma l’elenco delle professioni femminili (35 in un primo momento, 14 nella versione finale del decreto) dichiarate necessarie all’esercito è piuttosto ampio: non solo operatori radiofonici e medici, ma anche specialisti della produzione alimentare, autisti, traduttori e persino specialisti di pubbliche relazioni e pubblicità. A tutte loro è vietato andare all’estero. E dal 1 ottobre 2022 devono restare nel luogo di residenza  in attesa dell’eventuale cartolina precetto.

Lettera da Mosca

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