L’islam è la seconda religione più praticata nella Federazione Russa e conta, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, almeno 20 milioni di fedeli con 8 mila moschee. I musulmani russi vivono soprattutto in Tatarstan, Bashkortostan e nel Caucaso del Nord. Rilevante, però, è la loro presenza anche in molte grandi città, a cominciare dalla capitale Mosca. Anzi, vi sono studiosi che, analizzando le dinamiche demografiche (il calo generale della popolazione russa e il tasso di natalità più alto delle comunità musulmane), sostengono che i musulmani potrebbero costituire il 50% della popolazione della Federazione entro il 2050.
Anche per questo ha destato molto rumore il pronunciamento con cui la Direzione spirituale dei musulmani di Russia ha vietato ai fedeli dell’islam di sposare persone fedeli ad altre religioni, in particolare cristiani ed ebrei. Posizioni critiche rispetto alla fatwa sono state già manifestate dalla Direzione spirituale dei musulmani di Mosca e dalla Direzione spirituale dei musulmani del Tatarstan. Il Consiglio degli ulema della Direzione spirituale dei musulmani di Russia, peraltro, ha ribadito che “i matrimoni con rappresentanti del Popolo del Libro sul territorio della Federazione Russa sono possibili solo in casi isolati e con l’approvazione del mufti locale”, ad esempio “se una ragazza esprime la sua disponibilità a seguire i precetti del Corano”. Il Consiglio degli ulema ha motivato la propria decisione con il fatto che la maggior parte dei matrimoni interreligiosi presentano una lunga serie di problemi, a cominciare dalla difficoltà di educare i figli nello spirito della fede islamica e nell’infondere in loro una visione del mondo islamica.
Albir Krganov, muftì di Mosca, ha però invitato i colleghi della Direzione spirituale nazionale a riflettere bene sulle possibili conseguenze di una simile fatwa. Tenendo conto della realtà moderna e del carattere multietnico e multiconfessionale della società russa, ha detto Krganov, “una tale interpretazione del Corano potrebbe aprire molte questioni e difficoltà nei rapporti tra le le religioni tradizionali della Russia”.
Ricordiamo che, secondo il famoso preambolo della legge Sulla libertà di culto del 1997, poi ripreso nelle redazioni successive della Costituzione russa, “la religione principale della Russia è l’Ortodossia” e ad essa si affiancano quattro religioni tradizionali: “islam, ebraismo, buddhismo e cristianesimo”. Lettera da Mosca
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