di Anastasia Lotareva (2 fine) Tra i segni specifici della possessione demoniaca, viene menzionato solo il “timore delle cose sante”, cioè una reazione dolorosa al contatto fisico con la croce, l’acqua santa, le reliquie e così via. Gli autori del documento parlano anche di “inammissibilità della partecipazione al rito di esorcismo di persone con idee distorte sulla vita spirituale, che raffigurano una falsa possessione demoniaca”. Tuttavia non chiariscono in base a quali segni gli esorcisti possano distinguere la falsa possessione demoniaca da quella reale . Il teologo Andrei Shishkov, che ha lavorato dal 2015 al 2020 come segretario della Commissione per la Teologia e l’Educazione teologica, afferma che la ragione della comparsa di questo documento è “una tendenza a regolare tutto” tipica dello stile del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. “L’episcopato vuole controllare tutte queste pratiche”, spiega Shishkov. “Da molti anni operano in Russia molti confessori carismatici che diventano spesso incontrollabili come, per esempio, lo scomunicato Sergyj (Romanov), che continuò a fare esorcismi, alla luce del sole, anche dopo la diocesi gli aveva vietato la pratica del sacerdozio. Intorno a questi confessori si sta formando una potente comunità fortemente ideologizzata”.
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L’islam è la seconda religione più praticata nella Federazione Russa e conta, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, almeno 20 milioni di fedeli con 8 mila moschee. I musulmani russi vivono soprattutto in Tatarstan, Bashkortostan e nel Caucaso del Nord. Rilevante, però, è la loro presenza anche in molte grandi città, a cominciare dalla capitale Mosca. Anzi, vi sono studiosi che, analizzando le dinamiche demografiche (il calo generale della popolazione russa e il tasso di natalità più alto delle comunità musulmane), sostengono che i musulmani potrebbero costituire il 50% della popolazione della Federazione entro il 2050.