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DEBALTSEVE, LA BATTAGLIA CHE CAMBIO’ L’UCRAINA

di Giuseppe Gagliano – La battaglia di Debaltseve, svoltasi tra gennaio e febbraio 2015, rappresenta uno dei momenti più critici del conflitto in Ucraina orientale e un importante punto di svolta nella guerra tra le forze ucraine e quelle separatiste filorusse appoggiate dalla Russia. Debaltseve, una cittadina strategicamente situata nell’oblast’ di Donetsk, fungeva da crocevia di collegamenti ferroviari e stradali tra Donetsk e Luhansk, le due principali roccaforti delle Repubbliche popolari autoproclamate. Il controllo di questa città era di vitale importanza per entrambe le parti, poiché per i separatisti significava consolidare un corridoio logistico e territoriale tra Donetsk e Luhansk, mentre per l’Ucraina rappresentava un punto cruciale per bloccare l’avanzata dei ribelli e mantenere una presenza nel cuore del Donbass.

L’assalto alla città seguì una logica tattica ben consolidata nel pensiero militare russo, una Kesselschlacht, o battaglia d’accerchiamento, che consiste nel chiudere progressivamente le vie di rifornimento e di fuga del nemico, infliggendo perdite crescenti attraverso l’uso combinato di artiglieria, mezzi corazzati e fanteria. Le forze separatiste, supportate da unità russe e da consiglieri militari del Cremlino, misero in campo una strategia di accerchiamento che puntava a isolare le forze ucraine stanziate nella città, circondandole su più fronti. Da gennaio 2015, le truppe ucraine, circa 8.000-9.000 uomini, subirono un bombardamento continuo da parte delle forze separatiste, che progressivamente chiudevano l’anello attorno alla città, tagliando fuori ogni possibilità di rifornimento. Il piano dei separatisti era chiaro: chiudere rapidamente la sacca, strangolare logisticamente le forze ucraine e infliggere una sconfitta decisiva, consolidando al contempo il proprio controllo sul Donbass.

La conquista della città di Vuhlehirsk, situata a Ovest di Debaltseve, il 30 gennaio fu un punto di svolta, poiché rappresentava una delle ultime vie di collegamento per le forze ucraine assediate. Sebbene Kiev tentasse di rafforzare le proprie posizioni inviando truppe e rifornimenti, le forze separatiste, fortemente armate e ben organizzate, continuarono ad avanzare. L’assedio si intensificò a febbraio, con attacchi su più fronti che isolarono ulteriormente le truppe ucraine. La battaglia di Debaltseve mise in luce l’elevato livello di coordinamento tra le forze separatiste e i militari russi, sebbene Mosca continuasse a negare qualsiasi coinvolgimento diretto. L’uso di artiglieria pesante e l’impiego di mezzi corazzati da parte dei separatisti, accompagnati da bombardamenti incessanti, rendevano sempre più difficile per l’esercito ucraino mantenere le proprie posizioni.

Parallelamente ai combattimenti sul campo, sul piano diplomatico si stavano svolgendo negoziati per un cessate il fuoco, culminati con la firma degli accordi di Minsk II il 12 febbraio 2015. Tuttavia, questi accordi entrarono in vigore solo il 15 febbraio, lasciando alle forze separatiste il tempo necessario per consolidare ulteriormente le loro posizioni. La città di Debaltseve, ormai circondata su tre lati, divenne indifendibile per le truppe ucraine che, sotto costante bombardamento e prive di rifornimenti adeguati, furono costrette a ritirarsi in maniera disordinata il 17 febbraio. Questa ritirata fu accompagnata da pesanti perdite sia in termini di uomini che di equipaggiamenti, e molti soldati ucraini vennero catturati dai separatisti.

La caduta di Debaltseve rappresentò una sconfitta significativa per l’esercito ucraino, con oltre 179 morti confermati e numerosi dispersi. La vittoria dei separatisti, sostenuti dalla Russia, consolidò il loro controllo su una delle aree più strategiche dell’Ucraina orientale e segnò un cambio di rotta nel conflitto, poiché dimostrò la capacità delle forze filorusse di non solo difendersi, ma anche di lanciare offensive vincenti su larga scala. Questo evento indebolì notevolmente la posizione negoziale di Kiev e aumentò le tensioni tra l’Ucraina e l’Occidente da una parte, e la Russia dall’altra. Sul piano militare, la battaglia di Debaltseve divenne un caso di studio per la capacità russa di applicare tecniche di guerra convenzionale e ibrida con grande efficacia, utilizzando una combinazione di forze regolari e non regolari, tattiche di accerchiamento e un’eccellente capacità logistica.

Le conseguenze politiche e strategiche di questa battaglia si sarebbero fatte sentire a lungo termine, non solo nella prosecuzione del conflitto in Ucraina orientale, ma anche nelle dinamiche geopolitiche più ampie tra Russia e Occidente. La conquista di Debaltseve, infatti, permise ai separatisti di stabilire un corridoio terrestre sicuro tra Donetsk e Luhansk, rafforzando ulteriormente la loro capacità di difesa e consolidando il controllo russo indiretto sulla regione del Donbass. Questo evento, inoltre, rappresentò un’importante lezione per l’esercito ucraino, che, negli anni successivi, avrebbe cercato di riorganizzarsi e migliorare le proprie capacità tattiche e operative per far fronte a una guerra sempre più complessa e multidimensionale. L’eredità di Debaltseve si riflette anche nelle operazioni successive, inclusa l’invasione russa del 2022, dove le forze russe e separatiste avrebbero utilizzato tattiche simili per conquistare altre aree strategiche, come Mariupol e Avdiivka. La battaglia, infine, evidenziò l’importanza del supporto esterno nella guerra moderna, con l’evidente ruolo del sostegno russo, che continuava a fornire armi, intelligence e formazione ai separatisti, garantendo loro un vantaggio tattico e strategico cruciale nelle fasi più intense del conflitto.

di Giuseppe Gagliano

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