Il Regno Unito sta valutando la possibilità di fornire all’Ucraina un prototipo avanzato del laser da combattimento DragonFire, un sistema progettato per intercettare e distruggere droni e missili. h
Questa mossa ha implicazioni geopolitiche significative. In primo luogo, dimostra l’intensificarsi del supporto militare occidentale all’Ucraina nel contesto del conflitto in corso con la Russia, segnalando un ulteriore impegno nel contrastare l’espansione delle capacità militari russe nella regione. L’offerta del laser DragonFire può essere vista, anche, come un tentativo del Regno Unito di riaffermare il proprio ruolo come attore principale nella sicurezza europea post-Brexit. Inoltre, questa azione potrebbe essere interpretata come una dimostrazione della volontà britannica di sperimentare e utilizzare nuove tecnologie militari in scenari reali, aumentando così la credibilità e la visibilità delle sue industrie della difesa. Infine, fornire un’arma così avanzata all’Ucraina potrebbe alterare gli equilibri strategici nel conflitto ucraino, forzando una riflessione sulla natura e l’intensità degli aiuti militari forniti dai Paesi occidentali. Questo potrebbe spingere la Russia a riconsiderare le proprie strategie o intensificare la ricerca di contromisure tecnologiche, aumentando la tensione nella già volatile situazione di sicurezza regionale.
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di Giuseppe Gagliano – Nell’ambito di un impegno crescente verso l’Ucraina, l’Estonia ha dato vita al Meccanismo di Tallinn in dicembre, con l’obiettivo di sincronizzare a sostegno di Kyiv un’ampia gamma di iniziative tecnologiche e cyber. Questo meccanismo vede la partecipazione di numerosi Paesi, inclusi Estonia, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Svezia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti.
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di Giuseppe Gagliano Il primo ministro della Federazione Russa, Mikhail Mishustin, ha firmato venerdì 25 giugno il decreto che consente la realizzazione dell’importantissima infrastruttura navale russa in Sudan. Questo accordo naturalmente è stato possibile anche grazie all’intensificazione della sinergia in ambito militare tra Mosca e Khartum. Sotto il profilo strategico, consentirà alla Russia di realizzare un centro logistico nelle prossimità di Port Sudan di fronte al Mar Rosso, cioè le darà la possibilità di dispiegare unità militari. Così la marina militare russa potrà avere la prima base navale in Africa. Sotto il profilo finanziario le esportazioni russe in Sudan non potranno che rafforzarsi. Infatti la Russia avrà la possibilità di servirsi delle infrastrutture aeroportuali del Sudan per agevolare le proprie esportazioni e importazioni prive di dazi doganali. Complessivamente questo accordo rafforza la presenza russa in Africa che, unita a quella cinese, contribuirà a contrastare fortemente sia quella francese sia quella americana.