di Pietro Pinter Tra tutte le “storie secondarie” della guerra tra Russia e Ucraina, una delle più interessanti è quella che riguarda lo stabilimento Azovstal di Mariupol’, ormai diventato quasi un luogo leggendario. Lo stabilimento siderurgico, costruito nel 1930 a Mariupol’, per l’appunto sulla costa del mare di Azov, è diventato centrale per la sorte dell’operazione militare russa, ma anche per le speculazioni che si fanno riguardo la sua planimetria e quello che al suo interno si cela.
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di Giuseppe Gagliano Nella strategia russa, la proiezione dei mercenari all’estero sembra derivare principalmente da un calcolo a breve termine, più che da un investimento politico a lungo termine. Il tema è arrivato sulla scena internazionale nel 2014, durante la crisi ucraina, quando gli uomini del gruppo Wagner sono comparsi in gran numero accanto ai separatisti nella regione di Lugansk. Se inizialmente erano assimilati agli uomini del GRU, il servizio di intelligence militare russo, questi paramilitari si sono distinti in diverse azioni in Crimea e Donbass contro i lealisti ucraini. La loro mobilitazione fa parte della strategia di Mosca per rafforzare la propria influenza politica e strategica evitando di apparire apertamente in prima linea. Queste forze “volontarie” irregolari riducono il numero e la visibilità sul terreno dei soldati professionisti dell’esercito russo. Inoltre, il confine poroso tra il settore pubblico e i gruppi privati facilita il trasferimento di personale addestrato e rapidamente schierabile.
L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, la discussa agenzia di stampa che da molti anni ormai opera dal Regno Unito, ha diffuso una serie di dati relativi all’impiego come mercenari, da parte della Turchia, di jihadisti reclutati nelle zone di conflitto in Siria.