Davanti all’ ambasciata dell’Armenia e a quella dell’Azerbaigian, a Mosca, sono sorti memoriali spontanei per onorare i caduti nella guerra cominciata il 27 settembre con l’offensiva delle truppe azere. I cittadini di origine armena e azera che abitano nella capitale russa hanno raggiunto la propria ambasciata per deporre mucchi di fiori e appendere ai muri fotografie dei giovani soldati caduti durante gli scontri.
È difficile fare un bilancio delle vittime bruciate in quest’ultimo conflitto. Le notizie diffuse dalle due parti sono ovviamente “inquinate” dalla propaganda di guerra. L’Azerbaigian non comunica le perdite delle sue forze armate; l’autorità della Repubblica autoproclamata del Negorno-Karabakh hanno detto di aver perso 874 soldati.
Il bilancio forse più attendibile, al momento, è quello tracciato qualche giorno fa da Vladimir Putin. Durante una trasmissione televisiva, il Presidente russo ha detto che “ci sono molte perdite, più di duemila uomini sia per l’una sia per l’altra parte” e ha aggiunto che il numero totali dei morti “sta ormai superando i cinquemila”.
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