Improvvisa crisi nei rapporti tra la Russia e l’autoproclamata Repubblica di Abkhazia, riconosciuta finora solo appunto dalla Russia (nel 2998, dopo la guerra con la Georgia), Nauru, Nicaragua, Siria e Venezuela. La Russia ha deciso di sospendere dal 1° settembre tutta una serie di finanziamenti diretti e indiretti che favorivano l’autonomia della piccola, povera e piuttosto turbolenta Repubblica caucasica. “È ovvio che recentemente si è accumulato molto malcontento tra i nostri alleati”, ha laconicamente commentato il ministero degli Esteri abkhazo.
La crisi è arrivata in agosto, dopo un “franco incontro” (è il modo dei diplomatici di descrivere uno scontro) tra il presidente abkhazo Aslan Bzhania e il vice capo dell’amministrazione presidenziale russa Dmitry Kozak. Dopo l’incontro, la parte russa ha presentato un durissimo documento in quattro punti:
▪️La Russia sospenderà il pagamento dell’assistenza finanziaria all’Abkhazia (in sostanza, il pagamento dello stipendio di forze dell’ordine, insegnanti e personale sanitario, n.d.r.) dal 1° settembre 2024. Perché possa riprendere, la Repubblica dovrà ratificare un accordo bilaterale sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze giudiziarie e arbitrali in materia economica; garantire l’entrata in vigore di un accordo che consenta alle persone giuridiche russe di realizzare progetti di investimento in Abkhazia e rimuovere le restrizioni sugli investitori russi nel mercato immobiliare commerciale.
▪️In autunno e inverno, la Russia fornirà elettricità all’Abkhazia non più a prezzi di favore ma a prezzi di mercato (ovviamente più alti, n.d.r.).
▪️Entro il 20 settembre, la Russia dovrà ricevere informazioni sui deputati dell’Assemblea popolare abkhaza (il Parlamento unicamerale della Repubblica) e sui leader dell’opposizione abkhaza con cittadinanza russa che agiscono “a scapito degli interessi della Federazione Russa e dello sviluppo delle relazioni russo-abkhaze ”, per poter considerare se privarli o no della cittadinanza russa.
▪️Entrambe le camere dell’Assemblea federale russa ridurranno al minimo i contatti con i deputati abkhazi “a causa della loro posizione non costruttiva riguardo all’adempimento degli obblighi verso la parte russa”.
Se non è un ultimatum, poco ci manca. Resta da vedere se e quanto questa crisi influirà sul completamento del progetto russo per una base della marina militare nel porto abkhazo di Ochamchire, che secondo molti osservatori avrebbe dovuto diventare operativa già entro quest’anno. La base avrebbe un’enorme importanza per il controllo del Mar Nero e per le operazioni contro l’Ucraina.
Lettera da Mosca
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