di Giuseppe Gagliano La “riconquista” o “ricolonizzazione” dell’Artico da parte dello Stato russo è un insieme di discorsi e strategie per reinvestire questo territorio da parte del potere centrale dopo un periodo di abbandono e declino. Queste strategie emergono nel 2008 durante la riscoperta dell’Artico, che rappresenta una vera svolta nella politica statale russa nelle sue periferie, basata su progetti innovativi. E sono formulate in discorsi programmatici dal capo dello Stato, Vladimir Putin. La riconquista dell’ Artico è accompagnata da una serie di discorsi che trasformano le rappresentazioni in programmi di sviluppo, plasmando il paesaggio attraverso megaprogetti come la rotta del Mare del Nord.
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di Fulvio Scaglione Rostislav Ishchenko, ucraino di nascita e russo d’adozione, è uno dei politologi più puntuti di Russia. Molto ascoltato, spesso intervistato…
di Riccardo Allegri – A causa del cambiamento climatico determinato dal riscaldamento globale, il Polo Nord si è ridotto di oltre due terzi nel corso degli ultimi trentacinque anni. I ghiacci si stanno sciogliendo e le conseguenze ambientali di questo fenomeno potrebbero essere catastrofiche. Nell’immediato però, il ritiro dei ghiacci ha generato numerose opportunità per un ristretto numero di Paesi. La regione polare è molto importante dal punto di vista strategico. Durante la Guerra Fredda, i mari artici sono stati teatro di numerose operazioni di pattugliamento e spionaggio da parte delle due superpotenze mondiali, Usa e Urss. Il motivo è abbastanza logico: proprio in questa regione i due paesi arrivano quasi a toccarsi, basti pensare che gli Stati Uniti acquistarono l’Alaska proprio dalla Russia, per 7,2 milioni di dollari nel 1867.