“A Mosca, secondo alcune stime, il numero dei migranti è diminuito del 40%. La pulizia della neve è sul naso. Questo è lavoro manuale, serve una pala, una scopa, una zappa. Non tutti i moscoviti sono disponibili a impugnarle”, ha detto già nell’ottobre scorso il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, sulle conseguenze della chiusura dei confini a causa della pandemia. I lavoratori migranti sono il 35-40% dei dipendenti del GBU “Zhilishchnik” (Gosudarstvennye Budzhetnye Ucrezhdenya, l’ente incaricato di tutti i lavori di manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e del territorio, N.d.R.). La carenza di manodopera a Mosca è stata compensata a spese degli abitanti delle regioni limitrofe.
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