I musulmani russi stanno intensificando il dialogo con il Vaticano. All’inizio di marzo si è tenuta a Mosca la presentazione della traduzione russa dell’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti, pubblicata il 3 ottobre 2020. È curioso che questa ampia enciclica sia stata prontamente tradotta e pubblicata non da una casa editrice cristiana, ma dalla casa editrice islamica Medina insieme con il team scientifico dell’International Muslim Forum (MIF) sotto gli auspici della Direzione Spirituale dei Musulmani della Russia (SAM).
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di Fulvio Scaglione – E così Joe Biden ha invitato Svetlana Tikhanovskaja, la dissidente bielorussa che dall’esilio in Lituania si è autoproclamata vincitrice delle elezioni presidenziali e unica rappresentante del proprio Paese, alla cerimonia con cui, il 20 gennaio, farà l’ingresso alla Casa Bianca da Presidente. La cosa ha importanza soprattutto per ciò che fa presagire. Ovvero, una rinnovata pressione sulla Russia all’interno del cosiddetto “vicino estero”, quello che il Cremlino vorrebbe conservare come spazio riservato di influenza. Non è che la presidenza Trump, tra sanzioni crescenti e operazioni Nato ai confini, sia stata tenera con il Cremlino. Ma è facile prevedere che l’agenda clintobamiana di Biden punterà molto su diritti civili e democrazia per mettere in difficoltà la Russia, già descritta come “la più grande minaccia” alla sicurezza degli Stati Uniti. Altrettanto facile è prevedere l’altro pedale che la nuova amministrazione americana si troverà a pigiare, con l’aiuto di un consistente pacchetto di Stati della Ue: il gas russo, le forniture energetiche dalla Russia all’Europa.