Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Russia ha approvato la riduzione allo stato laicale del protodiacono Andrey Kuraev, ma ha imposto una moratoria sull’emissione del relativo decreto per dare a Kuraev il tempo e il modo di rivedere le sue opinioni. “Approvo la decisione con cui il Tribunale diocesano ha bandito il protodiacono Andrei Kuraev dal servizio sacerdotale, con riserva di espulsione dal sacerdozio. Questa decisione entrerà in vigore dopo l’emissione del decreto di riduzione allo stato laicale del protodiacono Andrei Kuraev. Gli si offre questo tipo perché possa ripensare alla sua posizione e tornare sulla retta via della Chiesa che a suo tempo aveva scelto”, dice la risoluzione patriarcale pubblicata domenica sul sito della diocesi della città di Mosca.
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di Paul Goble La recente scomparsa dell’importante sessuologo russo sovietico Lev Shcheglov ha spinto un commentatore di Mosca ad affermare che furono i commenti dello studioso sulla sessualità a dare ai russi la sensazione di poter controllare i propri corpi e quindi controllare le anche le proprie vite . Di conseguenza, dice Dmitry Gubin, i russi non pensavano più che lo Stato potesse o dovesse controllare tutto. E così, incoraggiati da Shcheglov e altri ad adottare un approccio più indipendente alla loro sessualità, hanno pensato di avere il diritto di avere un approccio più libero anche ad altre cose. Quel nuovo atteggiamento, espresso nel famoso motto dell’era sovietica “in URSS non c’è sesso perché il Governo non vuole parlarne”, ha spinto le persone a credere che avrebbero dovuto avere il controllo di molte più cose relative alla loro vita. Proprio il genere di atteggiamento che il regime non poteva tollerare.