di Luigi De Biase Più passano le ore e più è evidente che l’arresto con l’accusa di tradimento del capitano di fregata Walter Biot e l’espulsione di due militari russi accreditati presso l’ambasciata a Roma sia da intendere come un segnale eloquente di lealtà che il Governo italiano ha deciso di lanciare ai partner della Nato, un segnale che rischia, tuttavia, di avere pesanti conseguenze sulle relazioni con il Cremlino. E’ scritto nei dettagli di questa vicenda, che i principali quotidiani raccontano da due giorni in modo piuttosto omogeneo. Un ufficiale di marina con quattro figli, quattro cani e una casa ancora da pagare disposto a passare documenti riservati a servizi stranieri per una ricompensa tutto sommato modesta. Un agente russo ammorbidito dalla vita romana al punto da seguire una routine per gli incontri con una fonte di informazioni. E un discorso in Parlamento, quello del ministro degli Esteri, Di Maio, con toni di massimo severità rispetto a eventi che sembrano oggi avere un peso relativo, in attesa di sapere quali documenti Biot abbia fornito ai russi.