di Pietro Pinter “WOLLT IHR DEN TOTALEN KRIEG?”. Queste parole furono pronunciate dal ministro della Propaganda del Reich, Joseph Goebbels, nel celeberrimo discorso dello Sportpalast. Siamo nel 1943, e ormai da un anno le sorti della seconda guerra mondiale stanno volgendo a sfavore delle potenze dell’Asse. I sovietici hanno contrattaccato a Stalingrado, mettendo fine all’offensiva tedesca che sembrava inarrestabile. Nel pacifico, gli USA si sono ripresi dalle batoste iniziali sconfiggendo la flotta imperiale giapponese alle Midway, per poi riconquistare faticosamente Guadalcanal. In Nord Africa, con l’Operazione Torch, viene preso il controllo dei possedimenti africani della Francia di Vichy. Ci si prepara allo sbarco nel continente che avverrà di lì a pochi mesi. Per la prima volta, con quel discorso, i vertici del Terzo Reich ammettono davanti al popolo tedesco la realtà delle cose, e lo fanno per chiedere un cambio di passo, un maggiore impegno da parte dei tedeschi nel sostenere la causa bellica. Chiedono loro la guerra totale (e la avranno).